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Le FAQ - frequently asked questions - sugli orti scolastici

 

Tutte le domande e tutte le risposte sugli orti scolastici.

A che età si possono coinvolgere i bambini delle attività di coltivazione in chiave didattica?

Le prime esperienze posso essere svolte già al nido, almeno a partire dai 12 mesi. Per saperne di più: www.ortoalnido.it

Per fare l'orto c'è bisogno di un terreno?

 

Avere un terreno aiuta, ma è sufficiente uno spazio non troppo ombreggiato all’esterno e qualche contenitore. Può trattarsi di una fioriera, di un contenitore di recupero o di un kit appositamente progettato.

Per fare l'orto c'è bisogno di un BUON terreno?

Averlo è una fortuna, ma possiamo ricorrere alla tecnica letto rialzato o ala coltivazione fuori suolo in contenitori di vario tipo. In entrambi i casi, l'utilizzo di un terreno di riporto migliore di quello in sito o di terricci rende più efficace la coltivazione. La disponibilità di terreni di diversa qualità offre la possibilità di fare piccole sperimentazioni e confronti.

Ho bisogno di uno spazio molto grande?

Gli spazi grandi offrono possibilità, ma si possono condurre esperienze significative anche in piccoli spazi, purché la progettazione didattica sia efficace.

Come si fa in estate?

 

L'estate è un elemento progettuale. Se si creano le condizioni per proseguire almeno un'attività di mantenimento, si piantano / seminano ortaggi estivi, altrimenti col raccolto a fine scuole nell'orto non rimane niente. Orti in piccoli contenitori, quali le cassette dell'ortofrutta, possono migrare a casa dei bambini per tornare a scuola in settembre.

Si può fare l'orto in inverno?

 

Fatti salvi i severi limiti climatici propri della montagna e delle latitudini maggiori, sì. Si coltivano ortaggi invernali, ci si avvale di piccole serre, si forzano i tempi di coltivazione adattandoli al calendario scolastico e si fa il semenzaio per gli orti estivi, inclusi quelli che migreranno a casa dei bambini / ragazzi. 

Si possono fare inclusione e intercultura coltivando?

 

Certo. Lo facciamo anche semplicemente mangiando insieme i prodotti dell’orto e facendo feste di comunità. Inoltre, coltivando anche ciò che viene da altre parti del mondo e lasciando la risposta alla domanda "qua cresce?" alle piante.

Si può coltivare con bambin* e ragazz* speciali?

 

Certo, ma includendoli nei gruppi ordinari della scuola e attrezzandoci in modo adeguato.

 

Devo saper coltivare?

 

No, ma aiuta, se padroneggio tecniche che riesco a rimodulare o accantonare. Non si deve trascurare l'importanza educativa di valorizzare la condivisione di inesperienze, il ruolo di bambini esperti, l'aiuto di esperti esterni e il ruolo educativo di errori e sperimentazione.

Quanto costa?

 

Molto. Oppure poco. Dipende da come si progetta, da come si valorizzano i costi fissi esistenti (es. stipendio degli insegnanti), dalla creatività nel trovare soluzioni, dall'aiuto di sponsor tecnici e finanziari e, in definitiva, dal modo in cui valorizziamo la rete di partner della scuola.

Si concima e si fanno i trattamenti antiparassitari?

Non è strettamente necessario e, per i trattamenti antiparassitari, nemmeno opportuno. Si pratica l’agricoltura biologica in forma semplificata, non si tratta
e si adottano soluzioni che prevengono parassiti
e malattie, come l’orto sinergico. E si studiano le relazioni pianta / parassita.

Quanto tempo di insegnamento sottrae?

 

Se viviamo l’orto come spazio in cui fare scuola e come pretesto per uscire fuori e farvi ciò che di solito si fa dentro, è solo un modo diverso di usare il tempo scuola.

Quante classi / sezioni ci lavorano?

 

Se è lo spazio di attuazione di più progetti, tutte quelle che vi trovano opportunità.

Si introducono rischi e responsabilità?

 

Certamente. E va fatto in modo tale che i rischi (ridotti e accettabili) di oggi siano la sicurezza di domani per i nostri bambini e ragazzi.

Si può mangiare ciò che si coltiva?

 

Non esistono divieti di legge espliciti, ma non può esserci il tradimento educativo che scaturisce dal dichiarare non mangiabile ciò che si è prodotto con buona prassi agronomica. Ci sono assunzione di responsabilità e soluzioni praticabili capaci di ridurre i rischi. Alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, hanno approvato apposite delibere che indicano le modalità consentite per l'impiego alimentare dei prodotti dell'orto della scuola.

Si deve anche considerare che mangiare i prodotti dell’orto scolastico è la premessa per riallacciare un rapporto pacifico col cibo, con chi lo produce e con la terra, nonché con i nostri territori e la loro tradizione agricola.

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