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La storia

Le attività dell'orto hanno subito uno stop a causa di gravi problemi con l'irrigazione.

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La storia dello spazio che ospita l'Orto del Giardino della Lumaca inizia con un progetto che coinvolge l'associazione La Bottega della Rocca e le scuole di Pietrasanta (LU). L'iniziativa da titolo “E se il campetto della Rocca diventasse il nostro parco? Un angoletto per giocare” partorisce un nuovo progetto: quello di un giardino destinato ad arricchire la città con i temi trattati nel libro La pedagogia della lumaca di Gianfranco Zavalloni. Il nuovo parco vuole essere un omaggio a un maestro e a una città per riconoscere e ritrovare nello sguardo dei bambini la creatività e la voglia di fare, giocare e inventare. Proprio per questo motivo, al momento dell'inaugurazione del Giardino della Lumaca, nel febbraio del 2013, nel parco c'è un grande rettangolo di terra destinato a diventare un orto. Un orto richiede cure e lavoro e ha senso se c'è chi lo coltiva. Sulle prime, purtroppo, stenta a decollare.

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Il caso vuole che grazie ad uno sponsor alcune delle scuole del comune di Pietrasanta siano coinvolte in un nuovo progetto che riguarda gli orti scolastici.  L'iniziativa cerca di ri-portare la cultura dell'orto e la consapevolezza alimentare tra i bambini e desta l'attenzione di uno degli animatori dell'associazione La Bottega della Rocca che nel frattempo è divenuto assessore con delega all'istruzione. L'incontro tra l'agronomo che anima gli orti delle scuole e l'assessore è assai fertile e conduce all'idea di far uscire i bambini della Scuola Pascoli per andare a dar vita all'Orto nel Giardino della Lumaca. All'inizio del mese di maggio del 2013 le dieci classi della scuola lasciano a turno la propria aula e percorrono le vie della città per far nascere l'orto. Qualcuno pianta un'erba aromatica, qualcun'altro un ortaggio, qualcuno strappa le piante indesiderate, qualcuno dà acqua e così via. In due giorni un grande rettangolo di terra sabbiosa diventa un vero orto.

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C'è, però, un problema: di lì a un mese le scuole chiuderanno e l'orto potrebbe cadere in abbandono. È per questo che nascono due idee. La prima è quella di invitare le famiglie dei bimbi della scuola ad adottare quello spazio curandolo durante l'estate. La seconda è quella di lanciare un'iniziativa che favorisca tale adozione. Nascono così le Conversazioni intorno all'orto, cioè incontri periodici durante i quali si lavora un po', si condivide una pasto frugale e poi si parla di un tema connesso all'orto, alla salute e all'ambiente stando proprio intorno all'orto. Le conversazioni iniziano mezz'ora prima del tramonto e si svolgono da giugno a settembre del 2013. Tutto inizia come piccola sperimentazione e non sono pochi coloro che pensano che un orto in un giardino aperto al pubblico possa avere vita breve. Al contrario, dopo poche settimane l'orto è ormai adottato da tante persone: bambini, famiglie, residenti e perfetti sconosciuti. Le conversazioni intorno all'orto attirano decine di persone, famiglie e bambini, nelle sere d'estate. Si parla, si gioca, si cura l'orto e si vivono straordinari momenti conviviali. Poi, mezz'ora prima del tramonto, ci si siede intorno all'orto e si parla, si conversa, si gioca, si manipola, si costruisce, si fa comunità e, cosa che non guasta, si porta a casa un cespo d'insalata o un peperone.

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L'estate del 2013 arriva alla fine e l'orto è rigoglioso. Il gruppo di persone che gravitano attorno ad esso decide di lanciare i sabati della lumaca per riproporre in veste mattutina o pomeridiana gli incontri intorno all'orto. E mentre il programma si arricchisce di letture, anche in collaborazione con l'associazione Nati per Leggere, laboratori di falegnameria e mille altre iniziative, si rendono necessari gli incontri invernali e poi di nuovo quelli estivi. È così anche nell'estate del 2014 arrivano le nuove conversazioni intorno all'orto che coinvolgono anche Ecoland - educazione natura. E si va avanti: quell'orto in cui chiunque può piantare, curare e raccogliere è ormai un fenomeno inarrestabile. Qualche scuola torna, anche se in via estemporanea, ma l'orto è ormai patrimonio della città. È un orto che vive su uno spazio pubblico grazie al lavoro e all'entusiasmo spontaneo dei cittadini. Il 2015 lo consacra: la terza stagione sembra renderlo invincibile. Arriva, però, una gran brutta sorpresa: nel 2016 la concomitanza di un'estate molto siccitosa e un guasto al pozzo che fornisce acqua diviene un vero e proprio killer dell'orto. A metà estate è ormai chiaro che non si può andare avanti e l'orto muore. Le attività di socializzazione e culturali vanno avanti, ma il morale scende in basso: senza l'orto le cose sono diverse. Tutto sembra destinato a finire quando una serie di segnali sembrano, invece, indicare un'inversione di tendenza. In effetti, sta arrivando il 2017 che porta nuove attenzioni ed energie attorno all'orto. Anche gli ortaggi sembrano rendersene conto, ma sono le persone che determinano la svolta. In particolare, l'interessamento di Stefania Fenizi, vedova di Zavalloni, e la riscoperta dell'orto da parte di alcuni bambini che lo hanno fatto nascere quando frequentavano la prima classe della scuola primaria (e che nell'AS 2016/2017 sono ormai in quinta), segnano una svolta. Dopo la visita di alcune scuole locali, il 25 maggio del 2017 si celebra il quarto compleanno dell'orto alla presenza delle due classi quinte della Scuola primaria Pascoli di Pietrasanta e con le quinte della Scuola Primaria di San Mauro Pascoli (FC). E' solo l'inizio di una nuova stagione. E l'orto ringrazia.

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